Guido e Martina si conoscono a uno dei tanti eventi di beneficenza per raccogliere fondi per associazioni di volontariato a favore degli animali: Martina partecipa spesso, perché essendo vegan è contenta di sostenere queste iniziative e in più si mangia sempre ottimo cibo "cruelty-free". Guido invece partecipa per la prima volta, al seguito di alcuni amici, ed è interessato alla cucina vegan perché sta pensando di modificare la sua alimentazione verso una più sana basata sui cibi vegetali.
Foto di repertorio
Il suo menù-tipo onnivoro (di circa 2800 calorie) è:
Colazione: cappuccino e fette biscottate col burro
Spuntino: tramezzino al salmone e una mela
Pranzo: un panino al formaggio e uno al salame, insalata mista
Spuntino: frutta
Cena: risotto alla salsiccia, petto di pollo impanato, purè di patate
Informandosi sugli effetti sulla salute di una sana alimentazione, si rende conto che la sua dieta-tipo è davvero poco sana e sta pensando di passare a una dieta molto più ricca di cibi vegetali o anche 100% vegetale. Conosce Martina, si frequentano, e lei, pur avendo fatto una scelta etica, è anche ben informata sull'aspetto salutistico, quindi indirizza Guido verso letture che approfondiscono questo aspetto.
Nel contempo, però, gli parla anche dell'aspetto etico: della sofferenza degli animali negli allevamenti, del trasporto verso il macello, dell'uccisione e di come questi animali non abbiano nulla di diverso dai nostri cani e gatti di casa, che invece sono rispettati e protetti dalla legge (i maltrattamenti ci sono lo stesso, certo, ma in misura molto minore e non sono legalizzati e accettati come quelli degli animali "da reddito").
(Consigliamo su questo tema la lettura del libro "Perché vegan", un ebook gratuito disponibile sul sito www.LibriVegan.info)
Martina sa, per esperienze pregresse con altri conoscenti, che è molto più facile far comprendere le istanze etiche a chi sta cambiando alimentazione per altri ragioni, vuoi salutiste, vuoi ecologiste, vuoi sociali. Questo perché di norma ogni persona erige una "barriera" per proteggere le sue abitudini, mette in atto un inconscio "non vedo, non sento" per non mettersi in gioco (e, spesso, anche per non sentirsi in colpa). Ma chi invece ha comunque deciso di cambiare stile di vita, anche se per ragioni del tutto diverse, non costruisce tale barriera, o per lo meno essa è più labile, quindi ci sono molti meno ostacoli per intavolare un ragionamento su altri temi: l'empatia, l'etica, il senso di giustizia.
Il rapporto con Guido poi si rivela non essere quello con un semplice conoscente, ma molto di più, infatti nel giro di un anno si sposano :-) E nel frattempo, oltre ad aver cambiato il suo menu verso uno 100% vegetale per ragioni di salute (cui Martina non è interessata più di tanto, le considera semplicemente un effetto collaterale "gratuito" della sua scelte etica), Guido ha compreso e fatto sue anche quelle etiche.
Ecco un suo menu attuale, simile a quello onnivoro precedente, ma virato verso cibi vegetali e ingredienti più salutari:
Colazione: cappuccino col latte di soia, fette biscottate
Spuntino: una manciata di noci e una mela
Pranzo: un panino con affettato vegetale e uno al tofu e melanzane alla griglia, insalata mista
Spuntino: pane integrale con crema di nocciole e un spremuta d'arancia
Cena: risotto alle zucchine, hamburger di verdure e lenticchie, pane, verdure crude miste in pinzimonio
Vediamo come è migliorato il menù di Guido: dal punto di vista dell'impatto ambientale (anche se non era quello il focus di Guido) il nuovo menù impatta quasi 3 volte di meno (2.9, per la precisione), un bel risultato. Dal punto di vista della salute, che è appunto l'aspetto su cui Guido ha voluto concentrarsi, anche se ci sono spazi per miglioramenti, il risultato è ottimo: con un menu anche più saziante di prima, si risparmiano 300 calorie (quelle precedenti erano troppe per lo stile di vita di Guido), moltissimi grassi (passando da ben 113 grammi a 72, e tutti "grassi buoni", in questo caso, derivanti da frutta secca e olio extravergine d'oliva).
Anche dal punto di vista del consumo di proteine, il miglioramento è notevole: si passa da un valore esagerato di 125 grammi, il doppio del necessario (e quasi tutto derivante da proteine animali) a un valore più congruo di 96 grammi, tutto da proteine vegetali. Anche questo valore andrebbe un po' diminuito (ma solo del 20%), il che si può agevolmente ottenere per esempio eliminando gli affettati vegetali e sostituendoli con verdure e/o paté di legumi. Però per i panini sono molto comodi, quindi un paio di volte la settimana Guido se li concede.
Ma la storia non finisce qui... Martina e Guido, dopo un paio d'anni, mettono al mondo una bambina, Elisa. Proprio relativamente alla bambina, Guido ha qualche riserva, dopo lo svezzamento (svezzamento vegan, naturalmente): a casa mangerà quello che cucinano loro, quindi tutto vegetale, ma si chiede se sia giusto imporle di seguire, anche nelle occasioni in cui mangerà in casa d'altri o a scuola, una scelta che è loro e non sua. Pensa sia giusto che scelga da sola quando sarà in grado di farlo.
Martina non è d'accordo e, per avere un supporto in più, scrive alla redazione di VegFacile per chiedere consiglio. Questa la risposta (attraverso cui siamo venuti a conoscenza della loro storia, da successivo scambio di mail):
"Se fate mangiare carne alla bambina, anche quella è una imposizione: a questa età, sono tutte scelte vostre, non sue. Qualsiasi cosa le facciate mangiare è una scelta imposta. E allora perché imporle qualcosa che sapete essere sbagliato? Allora non dovreste nemmeno insegnarle a non prendere a schiaffi i compagni, perché dovrà essere lei a decidere quando sarà grande. Non dovete nemmeno impedirle di fumare, perchè deciderà da grande. Dovete lasciarle fare ogni cosa che ritenete ingiusta, per non 'imporle' nulla, e lasciar decidere tutto a lei. Dovete, insomma, rinunciare ad educarla e abbandonarla a se stessa. E' questo che deve fare un genitore? Proprio no!
Un genitore ha il dovere di trasmettere i suoi valori ai figli, di far capire loro cosa è giusto e cosa è sbagliato e, specie quando sono molto piccoli, proteggerli dalle scelte eticamente sbagliate che non sono ancora in grado di capire. E naturalmente deve spiegare tutti i perché, coi giusti modi a seconda dell'età e di quello che la bambina è in grado di capire.
Ma tutti i bambini sono in grado di provare un'empatia immediata per gli animali, se si dà loro la possibilità di farlo, quindi è molto facile educarli in questo senso e far capire loro cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Certo, magari quando crescerà cambierà, perché anche i figli che sono stati educati con valori corretti commettono poi azioni sbagliate, che fanno del male agli altri. Purtroppo capita. Sta a voi farle capire bene i motivi di ogni azione, per minimizzare questo rischio. Ma per fortuna è soprattutto vero il viceversa: i figli non sono una copia dei genitori, imparano nuove cose crescendo, hanno le loro idee, ma si spera che le nuove idee e comportamenti siano una evoluzione, un miglioramento, non un peggioramento rispetto a quelle dei genitori. E quindi ci auguriamo che la vostra bimba, crescendo, addirittura vi superi e si impegni anima e corpo nel volontariato a favore degli animali :-) "
Martina mostra questa risposta a Guido, che, riflettendoci e parlandone ancora, non può che essere d'accordo, essendo del tutto logica e razionale. Così, tutta la famiglia è felicemente vegan.
(Articolo della Redazione basato sulla testimonianza di Guido A. e Martina L.; foto di repertorio)
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